Durante un’intervista rilasciata al Discovery+ Svezia Zlatan Ibrahimovic ha puntato il dito contro il campione NBA LeBron James dichiarando: «LeBron? Non mi piace quando le persone con qualche tipo di “status” parlano di politica. Fai quello in cui sei bravo. Io gioco a calcio perchè sono il migliore nel giocare a calcio, non faccio politica, se fossi stato un politico avrei fatto politica.»

Ora, tralasciando il discorso di essere il migliore o meno, per carità massima stima e complimenti ad Ibra per essere ancora protagonista in Serie A a 40 anni, ma definirsi il migliore mi pare veramente eccessivo. Un giocatore che non si è mai imposto a livello internazionale, non ha mai alzato in aria una “coppa dalle grandi orecchie”, una coppa del Mondo, la coppa di un Europeo o un pallone d’oro…insomma, Ibra mi pare essere un po’ ostaggio del suo ego, ma soprattutto lontano dalla realtà.

Da oltreoceano non ha tardato a rispondere il King dei Los Angeles Lakers, squadra campione NBA, la cupola del basket mondiale in cui LeBron si impone da diversi anni ormai. Dopo la partita contro i Portland Trail Blazers, LeBron James in diretta tv su ESPN ha replicato:
«Ibrahimovic dice che non dovrei occuparmi di politica? Divertente che queste parole vengano da lui che in Svezia ha fatto le stesse cose. Non era stato lui a dire che sentiva un certo tipo di razzismo in campo solo perchè il suo cognome era diverso da quello degli altri?»

“The Chosen One” fa riferimento ad un’intervista rilasciata dallo stesso Ibrahimovic a Canal+ nel 2018, quando Ibra militava come centravanti tra le fila del Manchester United, in Inghilterra e riferendosi alla stampa svedese affermava: «Se mi fossi chiamato Andersson o Svensson, mi avrebbero difeso anche se avessi rapinato una banca.»
In quel caso Ibrahimovic aveva denunciato pubblicamente di aver subito personalmente degli atteggiamenti da lui definiti razzisti, ma allo stesso tempo punta il dito contro un campione che ha messo la faccia nella causa del movimento Black Lives Matter.

Nonostante probabilmente sia l’ultimo ragazzo nero che possa denunciare atteggiamenti razzisti nei suoi confronti, LeBron a differenza di Ibra lotta contro le discriminazioni razziali mettendoci la faccia e lo fa soprattutto per gli altri, per la società, affichè nel 2021 negli USA non si muoia più per il colore della pelle che si ha.
La bandiera dei Lakers ha inoltre aggiunto: «Sono la persona sbagliata da critica perchè parla di politica senza saperne niente. Mi preparo prima di parlare, i miei commenti arrivano da una mente molto educata. Non c’è verso che io stia zitto di fronte alle ingiustizie e mi limiti allo sport. Mi occuperò sempre di temi come l’uguaglianza, la giustizia sociale, il razzismo, l’assistenza medica e il diritto al voto. Sono parte della mia comunità e ho oltre 300 ragazzi nelle mie scuole che hanno bisogno di una voce. E io sono la loro voce. So quanto è potente la mia voce e la piattaforma da cui parlo e la userò sempre.»

Una risposta degna di un vero campione ed attivista, che la sua immagine la mette a disposizione della comunità, non a differenza di chi è ricordato nei media mainstream per le sue uscite del tipo “ca**o guardi” o “tua sorella”. Eppure è molto triste che uno come Ibrahimovic, vista la storia familiare segnata dai conflitti etnici dei Balcani, non metta a disposizione il suo nome e non crei rete con altri campioni, anzichè puntare sempre il dito verso gli altri e atteggiarsi da galletto.

E per utilizzare le sue parole “Fai quello in cui sei bravo”, beh, LeBron è bravo a fare anche politica, oltre ad essere il vero King di Los Angeles. 👑

Montevarchi (AR) 2021 (almeno sulla carta).
La giunta comunale della città toscana che mi ha visto crescere e dove ancora oggi ho la residenza, ha emesso un nuovo regolamento per la tutela ed il decoro delle attività del centro storico del paese, solo che questo regolamento risulta essere VERGOGNOSO, OFFENSIVO E DISCRIMINATORIO.


Riporto qui in forma sintetica alcuni dei passaggi di tale regolamento:

ART. 2 – ATTIVITÀ E SETTORI MERCEOLOGICI VIETATI
c) l’insediamento e apertura di nuovi esercizi quali: tipologie di negozi- etnici alimentari/non alimentari, kebab, bazar;
e) attività di “money change”, “phone center”, “internet point”, “money transfer” ed attività assimilabili a qualunque titolo esercitate;

Art. 3. – ATTIVITÀ CONSENTITE CON LIMITAZIONI E/O PRESCRIZIONI
a) attività di “fast-food” o “self-service” con vendita di prodotti del territorio locale e della tradizione italiana;
b) attività di somministrazione di alimenti e bevande con prodotti del territorio locale e della tradizione italiana che occupino almeno il 70% della superficie di vendita;
c) attività artigianali alimentari della tradizione italiana;
d) esercizi di tipo market e minimarket dove vengano posti in vendita prevalentemente prodotti locali e della tradizione italiana che occupino almeno il 70% della superficie di vendita.

Art. 5 – DISPOSIZIONI OBBLIGATORIE PER TUTTE LE ATTIVITÀ ECONOMICHE CONSENTITE
2. Le insegne devono essere espresse esclusivamente con caratteri della cultura occidentale, in lingua italiana, fatta eccezione per le parole ormai divenute parte del linguaggio italiano.

È assurdo come in questi casi il dolo risieda nel fatto di utilizzare quasi sempre una terminologia vaga, cercando di generalizzare per evitare di incorrere in atti illeciti o illegali, ma mirando a colpire delle categorie ben precise. 

Queste iniziative di tipo discriminatorie e xenofobe, che tendono a dividere “noi” da “loro”, che colpiscono alcuni per far sentire più privilegiati gli altri, sono delle politiche vergognose, che non aiutano minimamente a trovare una soluzione ai tanti veri problemi che il centro città vive ormai da decenni.
È più facile quindi adottare delle politiche che fanno leva sulla paura del diverso, di quello che “ci ruba il lavoro”, che fanno leva sul populismo e su una presunta lotta all’invasione. 

Inoltre, politiche del genere sono completamente contrarie al principio del libero mercato e della libera concorrenza, come tra l’altro si è già espresso con parere contrario e osservazioni critiche nel 2012 (bollettino n.35) proprio l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
La Corte Costituzionale invece, con la sentenza n.350/2008, nel cosidetto caso dei “phone center” in Lombardia, aveva già sollevato una questione di legittimità costituzionale con le ordinanze del genere, in riferimento tra l’altro agli articoli 3, 15, 41 e 117 della Costituzione.

Non solo, l’ordinanza del Comune di Montevarchi, entra in chiaro conflitto con l’art. 43 del Testo Unico sull’Immigrazione che così specifica: costituisce discriminazione ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale o etnica, le convinzioni e le pratiche religiose, e che abbia lo scopo o l’effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l’esercizio, in condizioni di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico economico, sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica.

Il Comune si espone così a contenzioso col cittadino, rischiando di dover risarcire costosi danni che andrebbero a ricadere sulle casse dell’amministrazione stessa, già messa a dura prova tra l’altro dalla crisi di questi ultimi mesi ed anni.
Non solo, con l’azione intrapresa l’amministrazione comunale si fa carico di altre conseguenze che questo regolamento porta con se, ovvero il rischio di ritrovarsi con ulteriori locali sfitti in un centro storico che sta letteralmente morendo da tempo.

Il degrado ed il decoro non dipendono certamente dal tipo di cucina che offre un ristorante, piuttosto dipendono dalle condizioni in cui versa una città, dalle condizioni generali di sicurezza, dalla pulizia delle strade alla tenuta dei giardini pubblici, dal sistema d’illuminazione delle strade e dei vicoli del centro, dal pattugliamento delle forze dell’ordine alle attività messe in atto dall’amministrazione stessa. 

Con quest’ordinanza l’amministrazione comunale intende ridare vita al centro storico?
Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. 
Il problema del centro storico di Montevarchi è la carne inserita dentro ad un panino o il fatto che i commercianti sono ormai abbandonati a loro stessi da anni e anni?
Veramente il decoro del centro storico cambierebbe in base al panino offerto, se quest’ultimo fosse col salame o con la carne di vitello?

Credo che il decoro del centro dipenda molto di più dalle politiche di riqualificazione territoriale intraprese o meno, dalla volontà di chi fa politica di studiare delle strategie e intraprendere politiche che concentrino il flusso della cittadinanza in determinate zone, come ad esempio nel centro storico e questo può avvenire soltanto con delle attività mirate che attirino i residenti, agevolando allo stesso tempo i commercianti di tali zone. 

Chi conoscerebbe oggi la pizza, la pasta e tutta la cucina italiana nel Mondo, se in passato i paesi esteri dove gli italiani emigrarono in massa, avessero imposto e imponessero tuttora delle politiche “razziste” del genere?? Nessuno. 

Come vi sentireste se domani il sindaco di New York City Bill De Blasio emanasse un’ordinanza in cui vietasse l’apertura di pizzerie e ristoranti italiani sul suo territorio?
Non credo che la prenderemmo bene, anzi, partirebbe subito una campagna d’indignazione sui social.

Vorrei chiedere ai montevarchini da quant’è che non mettono piede in Via Roma? 
Da quant’è che non passano in Via Cennano? 
Vorrei chiedere ai montevarchini se sanno quanti negozi di kebab ci sono in Via Isidoro Del Lungo e quanti sexy shop in Via Marzia?
Vorrei chiedere ai commercianti del centro storico quali sono le loro priorità, di cosa hanno veramente bisogno, ma la risposta credo sia una sola: GENTE, PERSONE, TANTE PERSONE.

Io montevarchino il kebab me lo mangio anche fuori dalle mura del centro storico, nessun problema.
Il vibratore me lo compro in un sexy shop fuori dalle mura del centro storico, nessun problema, anzi, sono più facili da raggiungere.
La birra me la bevo lontano dal centro storico.
Il ristorante me lo scelgo fuori dal centro storico, è molto più comodo.
La spesa la faccio fuori dal centro storico, come già faccio d’altronde.
La posta ce l’ho fuori dal centro storico, così come tanti altri servizi.
Io montevarchino già faccio tutto fuori dal centro storico da anni e anni ormai, ma qui tutti fanno finta di niente, anzi, pensano di aver trovato la soluzione, pensano che escludendo “loro” possano includere maggiormente “noi”.
Montevarchi ha bisogno di includere, includere il centro storico all’interno di un progetto valido di riqualifica, includere i cittadini e i commercianti per dar vita alla città, senza dividerli in cittadini di Serie A e cittadini di Serie B.

Voi che dite, funzionerà?
Io dubito, però mi congratulo con gli autori delle “leggi razziali del commercio”.

Buon anno Montevarchi, un saluto al Conte Guido Guerra.

🚫 🇺🇸 SPOimmigrati usaRCHI IMMIGRATI VIA DAGLI USA 🇺🇸 🚫

Donald Trump con un tweet ha annunciato che dalla prossima settimana darà inizio ad un arresto di massa dei migranti irregolari negli Stati Uniti.
Verranno rimpatriati con la stessa velocità con la quale sono arrivati negli Stati Uniti” ha scritto Trump.
Il caso più eclatante è quello di un bimbo di appena quattro mesi separato dalla madre immigrata irregolare bloccata al confine con il Messico.

Certo, se sei Melania Knavs, nata a Novo Mesto nell’ex Jugoslavia e sei un pezzo di figa e moglie del presidente degli States allora va bene, puoi rimanere perché ti sei sudata e guadagnata la permanenza negli USA.
Se sei Zlatan Ibrahimović e guadagni 7,2 milioni $ e sei capitano della squadra di calcio dei L.A Galaxy, allora puoi rimanere perché abbiamo bisogno fortemente bisogno di te.
Se sei una delle tante milioni di persone sparse nel Mondo che ha avuto la botta di culo di vincere, senza alcun criterio, la Lotteria Americana e di guadagnarsi la Green Card, allora puoi rimanere, forse non abbiamo bisogno di te ma ci piace l’idea di dimostrare che siamo noi i custodi dei tuoi sogni e scegliamo come cazzo ci pare.
Ma se per caso dovessi essere uno dei miei tanti parenti che da anni ormai vivi negli USA in maniera irregolare allora comincia a fartela sotto perché a Mr. Trump non piacciono quelli che lavorano 12 ore al giorno, quelli che si fanno il culo nei fast food o nelle pizzerie, quelli che sudano dietro ai fornelli di qualche cucina nei sobborghi di Manhattan. Al presidente non piacciono neanche quegli italiani che non parlano l’inglese con l’accento americano, non piacciono neanche quegli albanesi che si spacciano per italiani negli States e cucinano la pasta, perché sì, hanno vissuto per un periodo in Italia e la pasta hanno imparato a farla col sugo e non col ketchup.
Se sei uno degli 11 milioni di irregolari negli USA, allora comincia a fartela sotto, perché al Tycoon non gli interessa se rappresentate il 5% della forza lavoro negli Stati Uniti, lui deve preparare la sua campagna elettorale per il 2020.
Se sei madre o padre di un figlio nato negli USA, ricordati che per assurdo verrà riconosciuto come figlio degli Stati Uniti d’America, ma non verrai riconosciuta come sua madre ed ecco che lo dovrai abbandonare…puoi sempre decidere di portatelo con te in quel paese da dove sei venuta, ma che paese di tuo figlio non è e magari non potrà mai garantirgli un futuro roseo.
Ecco, se sei una persona che ha messo da parte tutto e con mille sacrifici cerca di costruirsi un futuro migliore negli States, allora ricordati che oggi sei di troppo, oggi qualcuno potrebbe bussare alla tua porta e svegliarti da questo bel sogno per dirti “get out from here stupid italian”.

SALVINI vs. FERRAGNI

Pubblicato: 15 Maggio 2019 in I miei articoli

SALVINI vs. FERRAGNI

Secondo la Repubblica il nostro caro Ministro degli Interni Matteo Salvini“Dall’inizio dell’anno ad oggi, di giorni interi al ministero ne ha trascorsi appena 12, che diventano 17 se aggiungiamo 5 giorni in cui non si capisce bene dove sia stato.”

SOLTANTO 17 GIORNI??? 😱

salviniferragniBeh, in effetti il ministro è sempre in giro, basti vedere la sua presenza continua sui social networks per capire che in ufficio non c’è quasi mai. 

Non sarà mica diventato un influencer come le sorelle Kardashian??!

Ho voluto confrontare i profili di Instagram e Facebook del Capitano e dell’influencer italiana più seguita nel Mondo, ovvero The Blonde Salad by Chiara Ferragni.
Ho scoperto che nonostante un gap enorme per quanto riguarda il numero dei followers su Instagram a favore della Ferragni, la quale ne conta più di 16,5 milioni contro 1,4 milioni di Matteo, quest’ultimo posta molto, ma molto di più della biondissima Chiara.
Solo nella giornata di oggi 14/05/2019 (ore 20:55) mentre sto scrivendo questo testo, su Instagram la signora Fedez ha pubblicato appena 2 foto contro le 19 del ministro Salvini.
Nella stessa giornata, cambiando social network e spostandoci su Facebook, si può notare come Chiara Ferragni abbia pubblicato soltanto un unico post, mentre Matteone nazionale alle ore 20:55 è già a quota 20 post, con tanto di dirette realizzate nell’arco della giornata durante i vari comizi ad Arzignano (VI), Negrar (VR), San Bonifacio (VR) e Carpi (MO).

Non è che il 14/05 è stato un giorno impegnativo per la nostra Chiara, tanto da non essere riuscita a stare dietro ai social pubblicando altro?
Probabilmente sì, vediamo un po’ nell’ultima settimana cos’è successo.

Nell’ultima settimana, fino al 07 Maggio compreso, la bella Chiara ha pubblicato 30 foto su Instagram e soltanto 9 post su Facebook…e il nostro Matteo? Sarà riuscito a tenerle testa? 🙄
Macchè, Matteo le ha dato le paste, come diciamo a Montevarchi.
Nell’ultima settimana, Matteone ha pubblicato ben 148 foto su Instagram e udite, udite…187 post su Facebook, il che significa aver pubblicato mediamente 48 contenuti al giorno (21,1 foto e 26,7 post).

In poche parole paghiamo un ministro per fare selfie e dirette Facebook, anche se di solito gli influencer vengono pagati dai brand e non con le tasse dei contribuenti.
Vuoi vedere che mo’ me lo ritrovo pure a fare le recensioni degli ultimi smartphone con quella matta di Fjona Cakalli su Youtube 😄

‘azz…non ho contato Twitter e Tinder, mi tocca rifare tutto daccapo. 😫

LA VOLTA CHE L’ITALIA FECE IL BLOCCO NAVALE
 
ALBANIA, venerdì 28 Marzo 1997.
 
Quel giorno, un gruppo criminale armato che gestiva la tratta degli immigrati clandestini dalle coste albanesi verso quelle italiane, sequestrò una nave nel porto di Saranda, città dell’Albania del sud, con l’intenzione di organizzare una partenza che avrebbe fruttato soldi.
La nave, una motovedetta di costruzione sovietica, era stata ceduta alla Marina militare albanese che l’aveva trasformata negli anni da motosilurante a pattugliatore costiero.
Soprannominata “Katër i Radës” (“Battello in rada” in italiano) l’imbarcazione era lunga 21 metri, larga 3,8 metri e con un equipaggio di circa 10 marinai, niente di eccezionale insomma, una piccola imbarcazione.
 
Portata al porto di Valona dai malavitosi, la nave venne caricata con uomini, donne e bambini, pronti a partire verso l’Italia, alla ricerca di un futuro migliore, lontani da quell’Albania in preda al caos, al degrado sociale, all’anarchia assoluta e alla violenza criminale.
C’erano tante famiglie su quella nave.

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COSA SUCCEDE IN ALBANIA ?

Pubblicato: 1 marzo 2019 in I miei articoli

(VIDEO) “GUERRA in Albania Arber” è stato uno dei messaggi che un caro amico italiano mi ha inoltrato appena ha visto in tv le immagini provenienti dalle proteste di Tirana. Beh non aveva tutti i torti, le immagini erano forti e i giornalisti poco preparati per commentare la notizia.

Eppure son sicuro che come me saranno stati in tanti i cittadini italo-albanesi che si sono ritrovati a dare spiegazioni su quanto sta accadendo nel paese delle aquile.

Ho deciso quindi di comprendere meglio le motivazioni che hanno portato a queste manifestazioni e di fare un video facendo un po il punto della situazione ed un’analisi storica-politica.
Questo anche per tranquillizzare i tanti italiani che in Albania risiedono regolarmente (quella italiana è la più grande comunità straniera in Albania) e per tutti quegli amici che stanno pensando di prenotare le vacanze estive e non sanno cosa potrà succedere….State tranquilli e guardate il video 😉

Sanremo: ha vinto uno straniero?

Pubblicato: 12 febbraio 2019 in I miei articoli

“SCANDALOSO, il Festival è stato vinto da un albanese” è quanto si sentiva dire l’anno scorso, quando Ermal Meta in coppia con Fabrizio Moro hanno vinto la 68′ edizione del Festival di Sanremo. Nuova edizione e stessa polemica.
Eppure dall’altra parte dell’Atlantico proprio qualche ora fa la cantante albanese-kosovara Dua Lipa ha trionfato ai Grammy Awards 2019 senza che alcuno alzasse un polverone per la sua provenienza.

In un’Italia che conosce ormai da almeno tre decenni l’immigrazione di massa, vedere un ragazzo di seconda generazione vincere il Festival di Sanremo grazie alle sue capacita ed ai suoi meriti fa ancora notizia.

Eppure prima di Ermal Meta un’altro cognome albanese aveva già vinto due edizioni del Festival di Sanremo, sto parlando di Anna Oxa, la quale ha vinto l’edizione dell’89 in coppia con Fausto Leali con la canzone “Ti lascierò” e l’edizione del 1999 con “Senza pietà”.
Eppure nessuno si era scandalizzato delle vittorie di Anna, figlia di un profugo albanese che sulle spalle si portava un cognome come quello del dittatore albanese Enver Hoxha.

Continuano invece le polemiche sulla vittoria di Mahmood al Festival di Sanremo.
Il giovane cantante italiano Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, ha conquistato la 69′ edizione del Festival con il brano “Soldi”, un pezzo prodotto da due affermatissimi giovani producer come Charlie Charles e Dardust, ma che ovviamente non sono stati citati minimamente nei media che nel frattempo hanno speso spazio e titoli dedicati alla provenienza del padre del cantante.

Per molti la canzone di Alessandro è poco italiana, date le sue sonorità e alcune parti in arabo, mentre per altri invece è un insieme di novità e tecnica sopraffina.
Ma chi è Alessandro Mahmood?
Da dove è uscito questo giovane cantante?
Perchè molti lo etichettano come uno STRANIERO?
Chi è Charlie Charles, l’architetto dei suoni di “Soldi” di cui nessuno ha parlato?

Ho cercato di rispondere a tutte queste domande con un video dal titolo provocatorio: “Ha vinto uno straniero?”.

agalliu fusaro.jpgNon si può elogiare uno spietato assassino come Milosevic, Fusaro non negare il genocidio in Kosovo”


Caro Diego

ho letto il post che hai pubblicato subito dopo il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Italiana, quello in cui lo criticavi perchè “esorta ad amarci e a volerci bene”.
Prima di risponderti mi sono goduto qualche giorno di vacanza, ne ho approfittato anche per capire meglio la tua presa di posizione ed ho fatto un bel search su Google.
Mi sono soffermato su un video pubblicato sul tuo profilo Youtube circa un annetto fa.
Sei minuti e sette secondi di video dove da Belgrado esaltavi una delle figure più scure dei Balcani, il famigerato Slobodan Milosevic.
Hai riportato una lettura geopolitica della guerra in Kosovo del tutto complottista, degna dei libri di David Icke, ma questo è un altro discorso.
In 6 minuti di video hai parlato delle varie strategie militari e politiche del nuovo ordine mondiale capitalistico e talassocentrico che ha a capo gli Stati Uniti d’America.
Hai parlato di agressione imperialistica.
Ti sei detto indignato citando la copertina de L’Espresso di allora che raffigurava la faccia del criminale Milosevic, sostenendo di essere stato chiamato ingiustamente “HITLEROSEVIC”.
In 6 minuti di video non citi minimamente il Kosovo e gli albanesi massacrati da un piano di pulizia etnica messo in atto dal tuo idolo senza baffetto, ma che col famoso baffino tedesco condivideva gli ideali ed i meccanismi di sterminio di massa.
Elogi uno spietato assassino, il cui obiettivo era soltato quello del dominio serbo sulla Jugoslavia, un progetto delle aree più scioviniste di Belgrado che Milosevic mise in atto dichiarando guerra a tutti, alla Slovenia (’91), alla Croazia (’91), alla Bosnia (’92) ed infine al Kosovo (’96), dove si ripetè il genocidio bosniaco.
In realtà gli albanesi li hai citati, lo hai fatto nominando un arbëresh come Antonio Gramsci.
Se Gramsci affermava che “Dire le cose con il loro nome è il primo passo rivoluzionario”, allora dovresti cominciare a dire le cose come stanno caro Diego.

Ti ho sentito dire che bombardando la Serbia di Milosevic si è andati a bombardare un paese sovrano, un paese con una sua storia, con una sua cultura, con una sua lingua, con una sua dignità ed una sua identità, insomma, tutto quello che il tuo idolo assoluto “Hitlerosevic” decise di sopprimere, di negare e cancellare al popolo albanese.
Non ti chiedo di raccontare tutto Diego, tranquillo.
Non ti chiedo di raccontare la decisione di Milosevic di revocare l’autonomia del Kosovo nel 1989 o di raccontare come decise di togliere la parità linguistica tra l’albanese ed il serbo e come chiuse le scuole autonome albanesi.
Non ti chiedo neanche di raccontare tutto il conflitto armato serbo – kosovaro Diego, basterebbe raccontare i primi sei mesi, sei mesi di aggressione che portarono ad avere più di 400.000 sfollati, almeno 1.000 persone uccise e più di 250 villaggi albanesi bombardati, incendiati e rasi al suolo.
C’è molto di più da raccontare, ma te non lo fai, non lo hai mai fatto in alcuno dei tuoi video apparsi su Youtube ed in nessun talk show televisivo o programma radiofonico in cui sei stato ospite.
Bisognerebbe raccontare le vite spezzate di migliaia di uomini, donne, bambini e anziani uccisi barbaramente per ordine del tuo idolo Diego.
Critichi i bombardamenti NATO che per 77 giorni, a partire dalla notte del 24 Marzo 1999 hanno messo in ginocchio la Serbia, ma ti scordi di citare gli appelli e gli ultimatum indirizzati a quello che si può definire il cancro del popolo serbo, Slobodan Milosevic.
Nel tuo discorso non ho sentito parlare di Ibrahim Rugova, il Gandhi dei Balcani, leader storico del LDK che insieme al suo popolo kosovaro decisero di resistere al folle piano di sterminio con la non violenza e con forme di resistenza pacifica, mentre l’Occidente assisteva passivamente alla violazione dei diritti umani da parte del tuo idolo indiscusso e dei suoi fedelissimi.

Anche se non lo dici Diego, saprai certamente della volontà del tuo amico Slobodan di aizzare le minoranze le une contro le altre vero?
Ti ricorderai del reclutamento illegale e forzato dei profughi serbi della Croazia costretti a combattere in Kosovo.
Ti ricorderai anche dei circa 500 ungheresi della Vojvodina portati contro la loro volontà ad imbracciare le armi contro i kosovari.
E il reclutamento forzato delle minoranze rom te le ricordi Diego?
Perchè non parli della protesta del 17 Giugno 1998 a Belgrado in cui le madri dei soldati scesero in piazza insieme agli studenti contro il governo serbo?
Perchè non racconti delle testimonianze dei disertori dell’esercito serbo Diego?
Perchè non racconti di Fahrudin Muric e Fahrudin Avdic, due soldati serbi disertori che affermarono di aver ricevuto l’ordine dagli ufficiali serbi di colpire i civili?
A quegli ufficiali faceva capo Milosevic e tu questo lo sai bene Diego, ma lo sostieni comunque senza battere ciglio.
Lo sostieni sapendo che la sua mente malata ed i suoi ordini hanno portato al massacro di circa 15.000 albanesi in Kosovo, gran parte dei quali ritrovati sepolti in delle fosse comuni.
Non lo dico io Diego, lo sostengono i sopravvissuti come Mahije Kodra, madre di cinque figli e testimone sopravvissuta al massacro di Prekaz del 5 e 6 marzo 1998.
Lo raccontano le testimonianze degli abitanti di Lausha, piccolo paesino vicino Skenderaj che venne bombardato per 18 ore di seguito e successivamente saccheggiato, le case date alle fiamme ed il bestiame ammazzato.
Saprai anche che gli uomini di Milosevic hanno stuprato circa 20.000 donne albanesi, ma neanche questo hai detto Diego.

Vedi Diego, i cacciabmbardieri e le smart bombs sono un’invenzione dell’uomo e come ogni arma costruita dall’uomo servono agli uomini per uccidere altri uomini.
In una guerra combattuta con le armi non è possibile che le vittime siano soltanto da una parte Diego, ecco perchè ti chiedo di non negare la storia e di raccontare le cose come stanno realmente.
Se veramente sei intenzionato a raccontare le cose con il loro nome e fare il piccolo rivoluzionario gramsciano, allora chiama Milosevic con il suo nome, chiamalo FOLLE ASSASSINO.
Fallo Diego, prendi le distanze, fallo in ricordo alle migliaia di vittime che Slobodan Milosevic causò nei Balcani.
Se poi desideri, ti posso dare qualche contatto e qualche indirizzo utile in Kosovo in modo che tu possa confrontarti anche con quello che gli albanesi subirono per mano del tuo idolo.

Buon 2019 Diego.

Chi sta soccorrendo in mare ?

Pubblicato: 22 novembre 2018 in I miei articoli

[VIDEO] Diciamocela tutta, la situazione è quella che è. Il Mediterraneo continua ad essere una “fossa comune” per chi decide di attraversare il mare in cerca di un futuro migliore. Sì, perchè le traversate continuano anche se ormai non fanno più notizia come una volta e in mare si continua a morire giorno dopo giorno, d’estate e d’inverno. Dopo la decisione di attuare il cosiddetto “codice di condotta” e dopo aver chiuso i porti, mi sono chiesto chi stia operando in questo momento in mare per salvaguardare la vita dei migranti. Ho deciso quindi di chiederlo ad Alessandro Porro, soccorritore della nave Aquarius SOS Mediterranee, la stessa nave che, dopo essere rimasta prigioniera di alcuni cavilli burocratici dovuti al ritiro della bandiera da parte delle autorità panamensi, adesso si ritrova pure sotto sequestro per attività illegali inerenti allo “smaltimento di rifiuti tossici”. Detta così potrebbe sembrare un’associazione a delinquere degna di far concorrenza alla peggiore criminalità organizzata italiana in stile Camorra, ma qui non si tratta di terre di fuochi, bensì degli indumenti dei migranti raccolti durante le varie missioni di soccorso in mare. Insomma, anche stavolta sembra abbiano trovato una “giusta causa” per far cessare l’operato di chi vive in mare cercando dare una speranza a chi la vita rischia di perderla in fondo al Mediterraneo.

ATTENZIONE ALL’INVASIONE

Pubblicato: 30 gennaio 2018 in I miei articoli

“CI INVADONO.”

“QUESTA È UNA SOSTITUZIONE ETNICA.”

Quante volte avete sentito frasi di questo genere? Io tante.
In occasione della festa di Don Bosco e della Festa dei popoli, a San Giovanni Valdarno ho parlato proprio di questo, di quello che nei media tradizionale non si sente tanto parlare, dei dati, dei numeri e delle statistiche.
Dopo aver ascoltato due storie commoventi di due rifugiati, due ragazzi giovani di nome Mamadou ed Emilienne, ho chiesto al pubblico presente se fossero a conoscenza dei numeri, se conoscessero il numero dei rifugiati presenti in Italia, in Europa o nel Mondo.
Niente, non mi è stata data alcuna risposta.
E pensare che di fronte a me avevo la parte migliore degli italiani, non quelli che si spacciano per “non razzisti, ma”.

Oggi sento gridare all’invasione perché molti degli italiani hanno una percezione errata dell’immigrazione.

 

 

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