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Durante un’intervista rilasciata al Discovery+ Svezia Zlatan Ibrahimovic ha puntato il dito contro il campione NBA LeBron James dichiarando: «LeBron? Non mi piace quando le persone con qualche tipo di “status” parlano di politica. Fai quello in cui sei bravo. Io gioco a calcio perchè sono il migliore nel giocare a calcio, non faccio politica, se fossi stato un politico avrei fatto politica.»

Ora, tralasciando il discorso di essere il migliore o meno, per carità massima stima e complimenti ad Ibra per essere ancora protagonista in Serie A a 40 anni, ma definirsi il migliore mi pare veramente eccessivo. Un giocatore che non si è mai imposto a livello internazionale, non ha mai alzato in aria una “coppa dalle grandi orecchie”, una coppa del Mondo, la coppa di un Europeo o un pallone d’oro…insomma, Ibra mi pare essere un po’ ostaggio del suo ego, ma soprattutto lontano dalla realtà.

Da oltreoceano non ha tardato a rispondere il King dei Los Angeles Lakers, squadra campione NBA, la cupola del basket mondiale in cui LeBron si impone da diversi anni ormai. Dopo la partita contro i Portland Trail Blazers, LeBron James in diretta tv su ESPN ha replicato:
«Ibrahimovic dice che non dovrei occuparmi di politica? Divertente che queste parole vengano da lui che in Svezia ha fatto le stesse cose. Non era stato lui a dire che sentiva un certo tipo di razzismo in campo solo perchè il suo cognome era diverso da quello degli altri?»

“The Chosen One” fa riferimento ad un’intervista rilasciata dallo stesso Ibrahimovic a Canal+ nel 2018, quando Ibra militava come centravanti tra le fila del Manchester United, in Inghilterra e riferendosi alla stampa svedese affermava: «Se mi fossi chiamato Andersson o Svensson, mi avrebbero difeso anche se avessi rapinato una banca.»
In quel caso Ibrahimovic aveva denunciato pubblicamente di aver subito personalmente degli atteggiamenti da lui definiti razzisti, ma allo stesso tempo punta il dito contro un campione che ha messo la faccia nella causa del movimento Black Lives Matter.

Nonostante probabilmente sia l’ultimo ragazzo nero che possa denunciare atteggiamenti razzisti nei suoi confronti, LeBron a differenza di Ibra lotta contro le discriminazioni razziali mettendoci la faccia e lo fa soprattutto per gli altri, per la società, affichè nel 2021 negli USA non si muoia più per il colore della pelle che si ha.
La bandiera dei Lakers ha inoltre aggiunto: «Sono la persona sbagliata da critica perchè parla di politica senza saperne niente. Mi preparo prima di parlare, i miei commenti arrivano da una mente molto educata. Non c’è verso che io stia zitto di fronte alle ingiustizie e mi limiti allo sport. Mi occuperò sempre di temi come l’uguaglianza, la giustizia sociale, il razzismo, l’assistenza medica e il diritto al voto. Sono parte della mia comunità e ho oltre 300 ragazzi nelle mie scuole che hanno bisogno di una voce. E io sono la loro voce. So quanto è potente la mia voce e la piattaforma da cui parlo e la userò sempre.»

Una risposta degna di un vero campione ed attivista, che la sua immagine la mette a disposizione della comunità, non a differenza di chi è ricordato nei media mainstream per le sue uscite del tipo “ca**o guardi” o “tua sorella”. Eppure è molto triste che uno come Ibrahimovic, vista la storia familiare segnata dai conflitti etnici dei Balcani, non metta a disposizione il suo nome e non crei rete con altri campioni, anzichè puntare sempre il dito verso gli altri e atteggiarsi da galletto.

E per utilizzare le sue parole “Fai quello in cui sei bravo”, beh, LeBron è bravo a fare anche politica, oltre ad essere il vero King di Los Angeles. 👑